La Fillea Cgil: nei cantieri
edili la presenza aggressiva
e violenta della malavita organizzata riprende quota
Nel Mezzogiorno quasi il 30 % dei
lavoratori è irregolare con punte del 40 %
in Calabria e Sicilia. Il sindacato rilancia il Protocollo di
legalità
In alcune
aree del Mezzogiorno si è registrata negli ultimi tempi una ripresa della
presenza mafiosa nell’edilizia. Una presenza aggressiva e violenta rivolta
anche ai piccoli cantieri. E a farne le spese sono soprattutto i sindacalisti
degli edili minacciati quotidianamente.
La denuncia
è della Fillea Cgil che a Palermo nell’ambito della Conferenza Nazionale delle
Costruzioni nel Mezzogiorno ha riunito esponenti del mondo sindacale, della
magistratura, del mondo politico.
“Le denunce
non si contano più - sottolinea il Segretario Nazionale della Fillea Cgil,
Mauro Macchiesi . Una presenza, quella della malavita organizzata, che
nonostante gli sforzi delle forze dell’ordine, torna ad essere pressante e
pericolosa. In alcuni cantieri gli
operai vanno a lavorare addirittura con la scorta.
Per questo
la Fillea Cgil rilancia il Protocollo di legalità, uno strumento di controllo
contro le infiltrazioni mafiose e il lavoro nero.
“E’
importante – sottolinea il Segretario Generale della Fillea Sicilia, Enzo Campo
– che il responsabile del Protocollo di Legalità sia il Prefetto, in quanto
autorità che riassume in se il coordinamento delle forze dell’ordine e i
diversi organismi operanti nel territorio.
Questo
strumento – aggiunge Campo – in alcune realtà ha dato buoni risultati in altre
no. Spesso i protocolli sono stati vissuti da parte delle stazioni appaltanti
come pedaggio da pagare alle organizzzioni sindacali ed all’opinione pubblica o
vissuti come un fastidioso passaggio burocratico”.
Ma il
protocollo da solo non basta. I diritti e la legalità in edilizia si ottengono
anche eliminando il lavoro irregolare.
Il tasso
di irregolarità – rileva la Fillea Cgil - è del 28,8% nel Mezzogiorno, del 18,4%
al Centro, del 4,4% nel Nord-Est e del 9,2% nel Nord-Ovest.
Nel
Sud le regioni che hanno il tasso di irregolarità maggiore sono la Calabria con
il 40,2%, e la Sicilia con il 33,6%. In
termini numerici, su circa 250mila unità di irregolari, più del 50% sono
collocati nel Mezzogiorno. E la Sicilia e la Campania sono le regioni con il
più alto numero di lavoratori irregolari, seguiti dalla Puglia e della
Calabria.
Secondo
la Fillea bisogna mettere in campo tutti gli strumenti di prevenzione utili ad
evitare che le organizzazioni criminali, in special modo nel Mezzogiorno,
possano drenare quote di investimenti
destinati allo sviluppo. L’Italia e il Mezzogiorno in particolare hanno bisogno
di questi investimenti da subito e ciò deve avvenire nella trasparenza.
Le
modifiche alla legge 109/94 adottate dal governo – sottolinea il sindacato
degli edili - creano serie preoccupazioni al settore delle costruzioni in
particolare nel Sud perché, favoriscono le infiltrazioni mafiose negli appalti
e nei cantieri dell’edilizia.
Il lavoro,
assieme ai diritti, alla legalità, alla trasparenza, sono stati e continuano ad
essere i temi conduttori delle piattaforme e delle lotte della Fillea.
Il diritto al contratto nazionale e
territoriale rimane un caposaldo fondamentale, assieme ad un uso
contrattualmente corretto degli enti bilaterali; dal ruolo del Comitato Tecnico
Paritetico (CTP) per la prevenzione degli infortuni, con particolare attenzione
agli RLS ( Rappresentanti dei Lavoratori
per la Sicurezza) e agli RLST (Rappresentanti dei Lavoratori per la Sicurezza
Territoriali), alle scuole edili per
una moderna ed efficace formazione.
L’ azione
del sindacato è rivolta nei confronti delle Regioni anche per i nuovi compiti
derivanti dalla Riforma del titolo V° della Costituzione, e quella contrattuale
per il rinnovo degli integrativi provinciali che possono diventare la sede per
concordare la politica di settore con le controparti.
Palermo 23
ottobre 2002