PROTOCOLLO DI
INTESA IN MATERIA DI
AMBIENTE,
SICUREZZA E UTILIZZO DEI COMBUSTIBILI ALTERNATIVI
NELLA COLACEM
S.P.A.
In data 13 luglio 2001 in Perugia, presso la sede della Associazione degli Industriali,
L'Impresa COLACEM S.p.A. rappresentata dai Sigg. Massimo Angeli, Augusto Napoleone
Farneti, Paolo Rogari e Marco Radicchi, assistita dal Don. Ulderico Falconi e dal Dott. Paolo
Castelli della Associazione Industriali
La determinazione di più avanzate relazioni industriali sulla materia, anche per le innovazioni
apportate dalla legislazione in vigore e sulla scorta delle norme contrattuali, impone alle parti di
stipulare il presente protocollo a livello di Azienda Colacem e di garantirne l'applicazione a livello
di ogni singola unità produttiva.
L'applicazione della presente intesa a livello di singola unhà produttiva potrà avvenire tramhe
specifici accordi di gestione stipulati tra RSU e Direzione di stabilimento (o sede) oppure
verbalizzando le decisioni, le iniziative e le verifiche effettuate nelle singole unità produttive in
merito alle disposizioni del presente protocollo.
Il protocollo e la gestione delle proposte operative ivi contenute tengono conto che la Colacem è
dotata di precise responsabilità flinzionali in merito alla sicurezza e ambiente. In particolare tali
responsabilità fanno capo alla Direzione tecnica centrale, che controlla la funzione "sicurezza e
ambiente" e che risponde direttamente alla Direzione Generale. A livello di singola unità produttiva
il Direttore di stabilimento si avvale, a sua volta, di un responsabile del servizio di prevenzione e
protezione, investito delle responsabilità e competenze che il presente protocollo richiede.
La funzione centrale suddetta garantisce il monitoraggio di quanto stabilito dal protocollo e cura la
redazione dei dati a consuntivo e statistici. Tali dati, accompagnati da una relazione, verranno
consegnati alle parti annualmente in un apposho incontro, Pur con la presenza in Azienda delle
responsabilità funzionali e gestionali suddette l'azienda stessa, anche previo accordo con le
Organizzazioni Sindacali, potrà decidere di utilizzare tecnici o consulenze esterne nel caso di
particolari esigenze imposte dalla applicazione del protocollo.
Le parti convengono che una verifica sull'applicazione del protocollo e sui risultati acquisiti verrà
effettuata entro il 31 dicembre 2002.
Tutto ciò premesso
1. OBIETTIVI
1.1 Definire il piano di sicurezza per l'esecuzione dei lavori di manutenzione
Il piano di sicurezza è il documento programmatico che realizza la politica della società in materie
di tutela della salute e sicurezza dei lavoratori. Nel caso della cementeria, le fasi di lavoro che
comportano rischi sono principalmente quelle connesse con gli interventi di manutenzione sugli
impianti. Il piano pertanto sarà costituito dal documento sulla valutazione dei rischi che conterrà:
aggiornamento;
· i programmi e le procedure per la formazione degli operatori.
1.2 Definire il programma delle manutenzioni periodiche e preventive
Esso riguarda tuffi quei componenti e sistemi che rivestono particolare importanza ai fini della
sicurezza del lavoro. Sono oggetto del programma innanzitutto i sistemi le cui verifiche periodiche
sono obbligatorie per legge (es. "messa a terra") e, quindi, con le necessarie gradualità, le posizioni
potenzialmente fonti di rischio.
2. OGGETTO
Il progetto riguarda tutte le attività di stabilimento e, nei limiti imposti dalle vigenti normative di
legge e di contratto, la verifica del lavoro compiuto dalle ditte esteme.
3. PROGRAMMA DI LAVORO
Il progetto si svilupperà per fasi successive che consentiranno di elevare progressivamente il livello
della sicurezza degli interventi di manutenzione fino a realizzare un vero e proprio "sistema di
qualità" nella gestione aziendale della sicurezza.
4. METODO DI LAVORO
Il progetto prevede il coinvolgimento dei responsabili aziendali e la partecipazione degli operatori
per assicurare il consenso attivo, garantendo il massimo di collaborazione onde ottenere il più alto
livello di efficacia.
5. ANDAMENTO DEL FENOMENO
INFORTUNISTICO
Ogni iniziativa di prevenzione trova come condizione essenziale la conoscenza dell'andamento del
fenomeno e lo studio dei fattori generazionali del rischio infortunistico.
Da qui la necessità di approfondire e pesare la conoscenza della realtà utilizzando gli strumenti
informativi esistenti in fabbrica come il registro infortuni ed il rapporto di infortunio, per descrivere
l'evoluzione quali-quantitativa dello stesso.
Lo studio preposto sarà ovviamente di tipo retrospettivo e dovrà comprendere un periodo di
osservazione di almeno un quinquennio. Dovranno essere prese in considerazione tuffi gli infortuni
occorsi e registrati nel registro infortuni: L'analisi dovrà essere basata sui seguenti dati, già oggi
opportunarnente codificati per l'elaborazione:
I dati consentiranno il calcolo di tutti gli indici infortunistici. I dati opportunamente disaggregati
potranno fornire il "profilo di rischio" per ciascun reparto-zona di lavoro. Anche in questo studio
sarà importante trovare una popolazione di riferimento. Si potrebbero individuare i dati INAIL
Nazionali dei settori minerali non metalliferi e, ancor meglio, ma è una ipotesi da verificare, i dati
relativi ad altre cementerie nello stesso periodo di osservazione.
6. UTILIZZO DI COMBUSTIBILI
ALTERNATIVI
6.1 Tipologie dei rifiuti
recuperabili ed utilizzabili in cementeria
Le parti concordano sul giudizio che il ricorso sempre più crescente all'uso di combustibili
alternativi risponde a due obbiettivi: la diminuzione dei costi energetici per le imprese ed il
contributo importante che il settore può, in tal modo, dare allo smaltimento sia degli RSU (Rifiuti
so]idi urbani) che degli RSA (Rifiuti solidi assimilati).
Le conoscenze tecnico-scientifiche odierne unanimemente concordano nel considerare come
"adeguatamente utilizzabili" in un cementificio i combustibili alternativi aventi caratteristiche
fisiche e potere calorifico tali da poter essere introdotti nei bruciatori della linea di cottura come
combustibili ausiliari.
Con tale convinzione le parti, comunque, si impegnano ad analizzare ogni eventuale problema ed a
ricercare soluzioni idonee al fine di garantire la sicurezza sia degli addetti in cementeria che delle
popolazioni circostanti.
L `Azienda, prima di procedere all'effettivo avvio dell'utilizzo dei suddetti combustibili, adotterà
tutte le misure di sicurezza e gli accorgimenti tecnici e procedurali previsti dalle norme e, sentite la
RSU e la R.L.S., quelle derivanti dall'analisi degli aspetti elencati al successivo punto 6.2
6.2 Aspetti da analizzare
6.3 Attenzioni particolari
Il particolare impatto provocato dall'eventuale utilizzo di combustibili alternativi, oltre a suggerire
la codificazione di precise ed autonome regolamentazioni sui punti suddetti, potrà richiedere di
promuovere, anche con l'eventuale ausilio di esperti, utili processi informativi che coinvolgano non
solo gli addetti della cementeria ma anche le popolazioni esterne.
Letto, confermato e sottoscritto.
COLACEM S.P.A. FENEAL-UIL
ASSINDUSTRIA PBRUGIA FILCA-CISL
FILLEA-CGIL