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Lavoratori stranieri

 

 

“L'integrazione possibile”

A Roma un convegno organizzato dal ministero della Solidarietà Sociale. Presentato il Rapporto Istat sulla popolazione straniera in Italia.

 

 

 

 

“L'integrazione possibile”. È questa la sfida del Governo di fronte agli oltre tre milioni di stranieri residenti in Italia, con almeno 350.000 clandestini.

Questi sono alcuni dei dati presentati oggi in occasione del convegno, organizzato a Roma dal ministero della Solidarietà Sociale, al quale hanno partecipato oltre al ministro Paolo Ferrero, il vicepresidente della Commissione Unione europea Franco Frattini, e il sottosegretario Cristina De Luca.

Il convegno ha trattato dei temi delle politiche di integrazione nella nuova proposta di legge in Italia e in Europa. Oltre a fornire una fotografia statistica dell’immigrazione, si sono analizzati i problemi delle politiche abitative, dei minori, delle seconde generazioni, della multiculturalità e multireligiosità per un nuovo modello di convivenza.

L’iniziativa ha voluto essere “un'occasione per ragionare su alcuni temi che appaiono oggi tra i più urgenti e problematici nell'ambito del grande capitolo dell'immigrazione”, un bilancio del “viaggio nell'Italia dell'immigrazione” realizzato dal ministero della Solidarietà Sociale, “nella prospettiva di costruire pratiche che favoriscano percorsi di integrazione”.

Un altro dato interessante è quello secondo il quale dai 3 milioni di immigrati deriva il 6,1% del nostro Pil. Tra le nazionalità gli Albanesi, Marocchini e Romeni sono i più numerosi. Pagano le tasse e comprano casa. I cristiani sono circa la metà, i musulmani un terzo. Il 57% ha un conto in banca in Italia.

Nel corso del convegno è stato, infatti,  presentato il Rapporto dell’Istat sulla popolazione straniera regolarmente presente in Italia.

Secondo l’Istituto nazionale di statistica, la prima nazionalità per residenza anagrafica è l'Albania con 348.813 persone, seguita dal Marocco con 319.537 persone, la Romania con 297.570, l'Ucraina con 107.118 e la Cina con 127.822. Lavoro e famiglia. Tra le motivazioni della presenza in Italia, il 29,3% dichiara motivi familiari, mentre il 62,6% a causa del lavoro. Pluralismo religioso. I cristiani sono circa la metà del totale e i musulmani circa un terzo. I cristiani sfiorano il milione e mezzo (1.491.000). Tra loro, sono 668.048 i cattolici, gli ortodossi 659.162. I musulmani sono, invece, poco più di un milione (1.009.023), il 33,2% tra gli immigrati. L'Agenzia delle Entrate ha reso noti a fine 2006 i dati sulle dichiarazioni dei redditi presentate da cittadini stranieri. Nel 2004 ammontano a 2.259.000, pari all'81% degli stranieri regolarmente presenti nello stesso periodo. Si stima che negli ultimi due anni il fenomeno stia aumentando In Italia. Nel 2004, 1,87 miliardi di euro sono stati pagati in tasse dagli stranieri, che nel complesso hanno dichiarato guadagni per 21,3 miliardi di euro. Nel 2005 gli stranieri hanno dato al Pil un contributo di 86,7 miliardi, cioè il 6,1% del totale. Riguardo al conto in banca. Sono 1.200.000 gli stranieri che hanno un conto in una banca italiana, pari al 57% degli stranieri in Italia. Riguardo al tema della casa. Secondo l'Istituto di ricerche scenari immobiliari, nel 2005 gli immigrati proprietari di casa risultavano 560.000 e il dato è in costante crescita. Aumentano gli alunni stranieri nelle scuole italiane: nell'anno scolastico 2005/2006 gli alunni di cittadinanza non italiana erano 431mila, con una incidenza sulla popolazione scolastica del 5%. Agli aspetti positivi di chi si è integrato o ha comunque trovato una sistemazione si affiancano i drammi dell’immigrazione clandestina. Riguardo la legge di  riforma sull’immigrazione il ministro Ferrero ha dichiarato che al 90% andra' in CdM venerdi'.  Da Riga, intanto,  il capo dello Stato Napolitano ha affermato che per fermare le ondate di immigrazione clandestina in tutta Europa servono regole e standard comuni sui controlli per concedere l'ingresso in UE. Sul tema è intervenuto anche Frattini che sostiene  “il punto indispensabile e' non trasformare l'illegalita' nella legalita', ma di offrire condizioni di lavoro regolare”.

 

 

Roma 11 aprile 2007

 

 

 

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