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II Conferenza delle Costruzioni nel  Mezzogiorno

A Napoli l’11 e il 12 giugno, si terrà la II Conferenza nazionale delle Costruzioni nel Mezzogiorno,

organizzata dalla  Fillea Cgil, in collaborazione con il Dipartimento Mezzogiorno della Cgil

 

Relazione di Franco Martini

Relazione di Enzo Campo

Intervento Livia Potolicchio

Intervento Mauro Livi

 

 

La  Fillea Cgil, in collaborazione con il Dipartimento Mezzogiorno della Cgil, a conclusione degli approfondimenti realizzati nei mesi scorsi con le strutture meridionali confederali e di categoria, indice la II Conferenza nazionale delle Costruzioni nel Mezzogiorno.

I lavori che avranno per tema “Crescita e sviluppo, Qualità, Lavoro, Diritti e Legalità” si svolgeranno a Napoli nei giorni 11 e 12 giugno 2008 presso l’Hotel Ramada, via Galileo Ferraris, 40. Nel pomeriggio del primo giorno (ore 14,30 – 19,00) alla presenza delle strutture confederali meridionali,  si approfondiranno  gli argomenti  oggetto dell’iniziativa  con il Dipartimento “Reti e terziario” e con l’”Ufficio Legalità” della Cgil  nazionale, con i Segretari Generali delle Cgil regionali e delle aree metropolitane.

Ai lavori del giorno 12 (ore 10 -14), parteciperanno anche i delegati ed i dirigenti territoriali della Fillea meridionale. Questa sessione della Conferenza sarà introdotta dal Segretario Generale della Fillea Franco Martini e conclusa dal Segretario Generale della Cgil Guglielmo Epifani.

L’iniziativa sarà l'occasione per fare il punto sulla realizzazione delle Grandi opere nel nostro Paese, anche a seguito delle modifiche sulla programmazione infrastrutturale introdotte dal Decreto legislativo approvato dal Governo a fine maggio.

 

 

 

Roma, 9 giugno 2008

 

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Comunicato stampa Fillea Cgil

A Napoli la II Conferenza delle costruzioni nel Mezzogiorno

 Grandi opere. A che punto siamo nel Sud? Differenza di disponibilità tra costi e disponibilità nelle opere programmate superiore all’80%. Opere solo sulla carta.

 

In occasione della II Conferenza delle Costruzioni nel Mezzogiorno, svoltasi a Napoli l’11 e 12 giugno, il dipartimento edili della Fillea Cgil ha svolto uno studio sullo stato delle grandi opere in Italia con particolare riferimento alle opere da realizzare nelle regioni del Sud, ritenute prioritarie e decise a seguito della sottoscrizione degli accordi tra il Ministro delle Infrastrutture e i Presidenti delle Regioni. Detti Accordi si sono conclusi tra il mese di gennaio e febbraio 2007.

La ricerca, effettuata incrociando i dati ricavati da varie fonti,  Legge obiettivo, Dpef per l’anno 2008 / 2012, Ministero infrastrutture, Relazione annuale Corte dei conti, Anas  e  Rfi, si propone, al pari degli altri Rapporti elaborati in questi anni dalla Fillea, di fornire uno strumento di approfondimento non solo ad uso degli addetti ai lavori ma, attraverso l’analisi dello stato delle risorse e dei programmi,  di avere una mappatura costantemente aggiornata dei lavori e della situazione delle infrastrutture. Questa ricerca ha circoscritto l’approfondimento alle 8 regioni meridionali ed ha analizzato nello specifico le infrastrutture viarie, ferroviarie, gli hub portuali ed interportuali ed i sistemi idrici.

La scelta di approfondire gli studi sui 5 comparti di opere infrastrutturali, deriva dal criterio che i parametri di riferimento per definire se in una determinata città la qualità della vita, la vivibilità ed il sistema urbano sono accettabili, passano attraverso l’analisi dell’efficienza di questi 5 comparti di opere.

Attraverso gli Accordi di programma Stato Regioni ed i conseguenti impegni assunti con il Documento di Programmazione Economica e Finanziaria per gli anni 2008 / 2012, definitivamente disposti con la legge finanziaria per il 2008, lo Stato ha deliberato un programma d’investimenti, per le 8 regioni del Sud,  pari a 66.389.433.897 di euro.

A fronte di questo volume di investimenti, le disponibilità economiche, definite per il triennio 2008 / 2012, sono di 29.749.850.908 euro (in percentuale il 44,81% dell’intero programma d’investimenti).

E’ interessante notare che mentre per le regioni del Centro/Nord esiste una differenza tra costi e disponibilità di -67,49%, per le regioni meridionali, questa differenza diventa di -80,83%. Ne deriva che quel 40% di investimenti destinati alle regioni del Sud Italia è vero solo sulla carta, come dimostra anche la relazione annuale della Corte dei Conti. La lettura di questi dati e la differenza, in percentuale ed in valore assoluto, tra le due aree geografiche, ci porta, inevitabilmente, a fare una prima riflessione sui motivi del divario esistente fra il Centro/Nord e il Sud del Paese. Certamente l’area del Centro/Nord è meglio dotata di infrastrutture di collegamento tra le varie regioni che commercializzano tra loro ed hanno maggiori possibilità di scambio con i paesi europei, essendo anche più vicine alle grandi vie di comunicazione con l’Europa. E’ ovvio che diventa più interessante per il privato investire nelle regioni del Centro/Nord, piuttosto che in quelle del Sud. Proprio questo gap, però, dovrebbe spingere le Istituzioni, ad ogni livello, a fare di più e meglio per le aree del Mezzogiorno. E’ compito delle Istituzioni effettuare un salto di qualità. Si potrebbe concepire il Sud come una grande fabbrica, programmare e investire in infrastrutture, materiali e immateriali, affinché questa area del Paese sia in grado di relazionare, con costi commerciali competitivi, con il resto dell’Italia. Nel contempo si dovrebbe guardare con maggiore interesse ai Paesi che si affacciano sul Mediterraneo per aprire con loro nuove occasioni di commercio e di scambi. Solo agendo su queste due filiere si potrebbe invertire la tendenza degli operatori economici privati verso le regioni del Sud Italia.

Gli impegni assunti dal Governo, uniti a quelli delle Regioni, per la prima volta, fino a qualche giorno fa,  rappresentavano la volontà di progettare una serie d’interventi nel comparto delle grandi opere, in grado di consentire alle regioni del Sud d’Italia di superare il divario infrastrutturale che le separa dal resto del Paese e nello stesso tempo, di portarci ai livelli degli altri paesi europei. Questi piani, inoltre, potrebbero  rappresentare per le regioni del Mezzogiorno una sfida concreta contro coloro che vorrebbero il Sud del Paese un’area franca governata dalle cosche malavitose, povera di infrastrutture e da sfruttare esclusivamente per le sue bellezze naturali.

Gli Accordi di programma Stato Regioni sono stati preceduti da un lavoro del Ministero delle infrastrutture, per verificare lo stato procedurale dei programmi di opere inserite nella “Legge Obiettivo” e di quelle contenute nella Delibera C.I.P.E. del 21 dicembre 2001.

Sulla base di questa analisi il Ministro delle Infrastrutture aveva definito un programma di opere urgenti e indicato le caratteristiche che devono avere i programmi, per rientrare nelle tre priorità individuate.

Se queste opere, una volta entrate nell’elenco delle priorità, fossero state prive di finanziamenti, si sarebbe provveduto ad adottare gli atti per l’assegnazione delle risorse finanziarie necessarie alla costruzione o alla progettazione. Se i lavori sono già in corso, gli atti saranno protesi al loro completamento.

Le tre priorità, assunte come parametri oggettivi di riferimento, sono:

 

-    priorita’ 0  (assoluta) alle opere i cui lavori sono in corso;

-    priorita’ 1  le opere con procedura di affidamento definitiva;

-    priorita’ 2  le opere con la procedura di gara pubblicata.

 

Entrando maggiormente nel merito della ripartizione tra i 5 comparti di infrastrutture nel Mezzogiorno, degli impegni di spesa e delle risorse finanziarie la situazione è la seguente:

 

                                        Costi dei programmi                     Finanziamenti disponibili

 

- opere viarie                         43.337.386.175                                           18.178.172.684

- opere ferroviarie                   19.628.060.000                                     9.052.895.000

- hub portuali                            1.233.989.000                                               908.417.000

- hub interportuali                        537.813.000                                                441.984.000

- schemi idrici                           1.299.209.000                                     1.056.715.000  

 

Da questi dati emerge con chiarezza una  differenza,  in percentuale e in valore assoluto, tra le due azioni (“Legge Obiettivo” e Piano delle Priorità). La prima questione da risolvere è quella delle risorse finanziarie da allocare e rendere disponibili per l’anno 2009 e seguenti. Il rischio, infatti, se questi finanziamenti non saranno resi disponibili per l’anno prossimo è quello di uno “scivolamento” al 2010, con ritardi soprattutto nelle gare d’appalto da bandire. Se non si provvederà a risolvere questi problemi, l’altro rischio potrebbe essere quello che si completeranno solo quelle opere che oggi hanno i lavori in corso.

“Il recente Decreto 93/2008, approvato dal Governo, - afferma Franco Martini, Segretario Generale della Fillea Cgil – ha ulteriormente aggravato la situazione. Per far fronte alle coperture ha ridotto di 1.300.000.000 di euro i finanziamenti per Calabria e Sicilia. Detto provvedimento, per la Calabria, ha definanziato alcuni lotti della S.S. 106 tra Crotone e Rosarno, altri lotti della S.S.182 ” Trasversale delle Serre Calabre” e alcuni lavori della viabilità locale calabrese. Per quanto riguarda la regione Sicilia, il provvedimento colpirà soprattutto la costruzione delle metropolitane leggere siciliane. “ Appena saranno resi noti dal Cipe i tagli ai finanziamenti ( attraverso le delibere di definanziamenti ) sarà necessario ragionare sull’entità dei tagli e delle infrastrutture interessate, anche per cercare di capire le scansioni temporali in cui saranno fatti i lavori e quando sarà possibile usufruire di quelle importanti infrastrutture colpite dal decreto legge. Altresì, sarà necessario verificare se i finanziamenti tagliati rimarranno nel sud , oppure, se saranno traslati in altre regioni del centro-nord.”

 

 

Napoli, 12 giugno 2008

 

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