>dove siamo  >chi siamo  >Contrattazione  >Documenti  >Dipartimenti  >Agenda  >News  >Uff.Stampa >Mappa sito >Le nostre foto >Valle Giulia >Disclaimer

 

Stampa questo documento

Sicurezza

 

Il governo accelera i tempi

Dopo la tragedia di Torino alla ThyssenKrupp, inviate alle parti sociali le bozze del decreto legislativo, subito un Consiglio dei ministri. Le dichiarazioni.

Il governo, dopo l'incendio che questa settimana ha provocato la morte di quattro operai in una acciaieria torinese ThyssenKrupp, accelera sul decreto legislativo previsto dalla nuova legge sulla sicurezza del lavoro. Dai sindacati e da diversi settori della maggioranza e dello stesso governo, è venuta la richiesta di accelerare i tempi delle deleghe. "Già oggi, lunedì 10 dicembre, le prime bozze saranno inviate alle parti sociali, alle Regioni e agli enti interessati e domani, martedì 11, alcune norme potrebbero arrivare al Consiglio dei ministri sotto forma di decreto legge." E’ quanto ha affermato il sottosegretario al Lavoro Antonio Montagnino.  Il prossimo 17 dicembre, inoltre,  sindacati e imprese sono stati convocati dal governo. Previsto l’inserimento di pesanti sanzioni, come la reclusione fino a tre anni per chi trasgredisce in modo grave alla normativa e multe fino a 100mila euro per gli altri casi.  Già lo scorso 3 agosto, dopo numerosi incidenti mortali sul lavoro e il conseguente appello del Capo dello Stato, Giorgio Napolitano, il Parlamento aveva approvato la legge 123 sulla sicurezza del lavoro, intitolata "Misure in tema di tutela della salute e della sicurezza sul lavoro e delega al Governo per il riassetto e la riforma della normativa in materia".  Parla ora di tragedia nazionale il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, che dichiara:“Tutte le morti sul lavoro sono una tragedia, e pongono una questione nazionale di grande drammaticità e peso umano. Ma con quelle di Torino, stavolta, per il modo in cui tanti giovani operai hanno perso la vita, siamo di fronte a qualcosa che va oltre, a qualcosa di atroce”. “Ciascuno si assuma le proprie responsabilità, - continua Napolitano - a cominciare dalle imprese, ognuna delle quali, quando si verifica un incidente sul lavoro mortale o comunque grave, deve dare conto dei propri comportamenti dinanzi alla magistratura e a tutti i poteri interessati”. Di questa legge sono entrate subito in vigore norme come l’indicazione dei costi relativi alla sicurezza del lavoro nei contratti di appalto e subappalto, la sospensione di un’azienda che abbia almeno il 20% dei lavoratori in nero o che abbia violato più volte la disciplina sui tempi di lavoro e sulla sicurezza; la legge delega dava disposizioni al governo di procedere alla razionalizzazione dell'apparato sanzionatorio, amministrativo e penale sul tema, apparato fino ad oggi sono rimasto in sospeso. La legge stanzia, inoltre,  diversi milioni di euro per l'assunzione di 300 nuovi ispettori del lavoro e consente anche ai sindacati e alle associazioni delle vittime di costituirsi parte civile nel processo. Un’altra misura delegata al governo è quella di stabilire meccanismi che premino le aziende più rispettose delle norme di sicurezza nel caso di "la partecipazione alle gare relative agli appalti e subappalti pubblici e per l'accesso ad agevolazioni, finanziamenti e contributi a carico della finanza pubblica". Anche se già nelle prossime ore potranno essere decisi importanti provvedimenti, "occorre definire le fattispecie di applicazione di alcuni aspetti sanzionatori e serve un approfondimento", ha continuato Montagnino, aggiungendo che alcune norme vanno concordate necessariamente col ministero della Giustizia. La legge sulla sicurezza sul lavoro, approvata lo  scorso agosto, prevede che il governo intervenga con uno o più decreti legislativi entro 9 mesi, vale a dire entro maggio 2008, "ma faremo di tutto per anticipare i tempi", ha detto Montagnino. "Quello che abbiamo fatto finora è orientato a dare delle risposte efficaci" al fenomeno delle morti sui luoghi di lavoro, considerata una "emergenza" dallo stesso premier Romano Prodi, che da Lisbona, dove si trovava per il vertice Ue-Africa, ha annunciato la disponibilità dell'esecutivo: "Vedremo se sarà necessario spingere o anticipare l'approvazione di alcuni aspetti del ddl". “Quella dei morti sul lavoro è una vera emergenza nazionale". Ha continuato il presidente del Consiglio. "Troppo spesso - prosegue il premier - la logica del profitto mette in secondo piano il rispetto della persona umana prima ancora che i diritti dei lavoratori". "Non si può morire di lavoro - afferma Prodi - in un luogo dove, tra l'altro, si combatteva per non perdere il lavoro. Le responsabilità si devono sempre prendere in prima persona. L'azienda dovrà chiarire senza reticenza alcuna. Due ministri sono impegnati per far luce, insieme alle autorità competenti, su quanto accaduto, e noi vogliamo che quella luce sia totale e rapida. Per rispetto delle vittime, dei loro cari e di tutti i lavoratori che ogni giorno e ogni notte hanno diritto alla sicurezza e alle tutele più ampie".  "Le famiglie delle vittime - conclude - sappiamo fin da ora che non le lasceremo sole. Ma il problema non sono nuove norme, quelle che abbiamo sono serie e severe, il problema è farle rispettare". A margine del vertice Ue-Africa, Prodi ha sottolineato che per evitare la tragedia degli incidenti sul lavoro "é necessario avere più sorveglianza, avere gli ispettori che obblighino all'obbedienza delle leggi. Questi sono i provvedimenti importanti. Se Ferrero - aggiunge Prodi - indicherà qualche aspetto specifico della nostra legislazione da correggere sarò il primo a chiedere che questo venga fatto. Ma – conclude Prodi - non credo che, uso l'espressione 'non credo' perché si sta ancora indagando sui fatti, che mancassero le leggi. Piuttosto credo che sia mancato il loro rispetto". Subito un Consiglio dei ministri straordinario. E’ quello che ha chiesto il ministro   per la Solidarietà sociale, Paolo Ferrero – “Il decreto sicurezza non va modificato ma va allargato per inserire le norme sulla sicurezza sul lavoro ed è per questo che chiedo un Consiglio dei ministri straordinario per mettere nel decreto le norme sul lavoro. Gli operai devono poter tornare vivi a casa". “Anticipare l'applicazione della legge sulla sicurezza nei luoghi di lavoro approvata la scorsa estate e il conseguente stanziamento di risorse per favorire i controlli sui posti di lavoro. Ha proseguito questa mattina il ministro Ferrero, intervenuto a Torino alla manifestazione promossa da Cgil, Cisl e Uil dopo il tragico incidente alle acciaierie ThyssenKrupp: “Bisogna applicare le leggi già approvate dal parlamento, ma non ancora in vigore. Poi bisogna mettere i soldi per i controlli e mi auguro che questo si verifichi in Consiglio dei ministri. In questi 25 anni i lavoratori e il sindacato hanno perso potere, si è ridotta la sicurezza ed è aumenta la precarietà”. Ha sottolineato Ferrero: 'Il problema è di cultura degli imprenditori, che hanno messo al centro il profitto mentre le persone rischiano di passare all'ultimo posto. Anche per questo credo che Confindustria debba farsi un esame di coscienza e come sta facendo con le imprese mafiose, metta fuori anche quelle che hanno un numero di incidenti troppo alto”.  “Non se ne può più di queste stragi sul lavoro, bisogna che si guadagni la consapevolezza che è proprio necessaria una svolta”. E’ quanto ha dichiarato il presidente della Camera Fausto Bertinotti, oggi a Torino partecipando al corteo per le vittime per l'incendio allo stabilimento ThyssenKrupp: “Occorre rimettere la questione generale del lavoro al centro della vita pubblica del paese e dare più potere da subito ai rappresentanti sindacali sulla questione della sicurezza e dell'ambiente, più potere di denuncia e di controllo”. Conclude il presidente della Camera: “Questa è la città dove negli anni Settanta nacque il modello sulla salute e l'ambiente costruito insieme agli operai, ai delegati e ai consigli: bisognerebbe tornare a quell'esperienza per sapere che la salute si conquista in primo luogo dando potere ai rappresentanti sindacali della sicurezza e dei lavoratori”. Sempre da Torino, il ministro della Salute, Livia Turco dichiara che “La logica dell'accordo e dell'assunzione di responsabilità è la strada maestra. Ha ragione il presidente della Camera Fausto Bertinotti: bisogna tornare a riconoscere un ruolo ai sindacati", ha aggiunto Turco. "Bisogna fare applicare le leggi che già ci sono, puntando sulla formazione e sulla premialità. Serve un concorso di buona volontà da parte di tutti". Il Segretario Generale della Cgil Guglielmo Epifani, con una lettera inviata all’Unità definisce strage quotidiana lo stillicidio dei morti sul lavoro. “Ormai è strage. Lo ripetiamo ogni volta, dopo ogni morte, cioé quasi tutti i giorni. Perché quotidiano è lo stillicidio dei morti sul lavoro”. 'Una conta - scrive Epifani -  che diventa intollerabile quando a condizionare, se non a determinare, queste morti è l'assenza delle condizioni minime di sicurezza, il mancato rispetto delle norme. La magistratura chiarirà le cause del devastante incidente di Torino, ma al di là delle responsabilità in questo caso, fra i più terribili degli ultimi anni, resta il fatto che il tema della sicurezza sul lavoro è un'emergenza, e quindi una priorità nazionale”. Per Epifani, “è necessario varare al più presto i decreti attuativi del Testo Unico sulla sicurezza, coordinare meglio le attività di controllo fra i diversi livelli amministrativi e avviare un piano, articolato nelle Regioni, per la prevenzione e la promozione della salute e sicurezza nel lavoro”. Sempre a seguito della tragedia di Torino, Cgil Cisl e Uil hanno proclamato tre giorni di lutto del mondo del lavoro a partire dalla giornata di oggi 10 dicembre. Saranno concordate nelle prossime ore le modalità organizzative locali e nazionali di iniziative pubbliche per far vivere nel modo più visibile possibile tale  decisione.

La Segreteria Nazionale della Cgil parteciperà con una propria delegazione ai funerali delle vittime di Torino.

 

 

Roma 10 dicembre 2007                                                                                    

 

 

 

 

 

 

 

 

Via G.B. Morgagni 27 - 00161 Roma - Tel: ++39 06 44.11.41  fax: ++39 06 44.23.58.49  Home page

©Grafica web michele Di lucchio