COMUNICATO STAMPA

 

Infrastrutture: il Mezzogiorno fanalino di coda in Europa

Fillea Cgil: con questa Finanziaria s’allarga il divario, nel settore costruzioni, tra Nord e Sud. Le proposte del sindacato.

 

 

Con le  misure adottate dal Governo, in materia di infrastrutture, s’allarga il divario tra Nord e Sud del nostro Paese.

La Finanziaria, riducendo le risorse, smentisce clamorosamente la centralità che per questo Governo ha il settore delle Costruzioni. E a subire i maggiori contraccolpi potrebbe essere proprio il Mezzogiorno dove all’incertezza delle risorse finanziarie disponibili si aggiunge anche una già nota debolezza territoriale: le ripercussioni sul fronte occupazionale  potrebbero essere più gravi che altrove.

A lanciare l’allarme è la Fillea Cgil che da Gioia Tauro dove si svolge la Conferenza Nazionale delle Costruzioni nel Mezzogiorno, lancia l’allarme sulle condizioni infrastrutturali del Sud del nostro Paese.

La questione infrastrutturale in rapporto allo sviluppo del Mezzogiorno – sostiene il Segretario Generale della Fillea Cgil, Franco Martini – non si esaurisce negli interventi “straordinari” ai quali si ispirano la “Legge Obiettivo” ed il Collegato alla Finanziaria 2002.

Tali provvedimenti, oltremodo, sono di dubbia efficacia in quanto rimettono in discussione l’impianto faticosamente costruito attorno alla Legge Merloni, in particolare per quanto riguarda la qualità, la trasparenza degli appalti e l’azione di contenimento alla penetrazione malavitosa nell’economia meridionale.

Le infrastrutture di cui ha bisogno il Mezzogiorno per il suo sviluppo - continua Martini – sono sicuramente quelle straordinarie, legate alla grande mobilità, ma lo sono ancor di più quelle legate allo sviluppo economico e sociale definito attraverso la programmazione territoriale.

           Oltre alle infrastrutture economiche legate alla mobilità ( strade, ferrovie, aeroporti e ponti ), diventano strategiche quelle legate alle comunicazioni, all’energia, all’uso delle risorse idriche, così come le infrastrutture sociali, l’istruzione, la sanità, lo sport e la cultura.

            La Legge Obiettivo di tutto ciò non si occupa e contrappone il mercato delle grandi opere strategiche a quello delle opere ordinarie, ma ugualmente strategiche per il Sud. Oltretutto – continua Martini – le risorse stanziate nella finanziaria 2003 sul capitolo infrastrutture calano ulteriormente rispetto all’anno precedente, a dimostrazione che anche il Mezzogiorno è stato uno dei temi della politica degli annunci, della propaganda governativa che alle promesse di nuove cattedrali ha fatto seguire l’allargamento di un deserto di iniziative concrete.

          Le cifre sul divario tra il Sud ed il resto del Paese sono preoccupanti.

Secondo il Rapporto Annuale sull’industria delle Costruzioni relativo al 2002 gli indicatori statistici di dotazione infrastrutturale, considerata l’Italia uguale a 100,  risultano del 63,3 per il Mezzogiorno a fronte del 130 del Nord Est, 120 del Nord Ovest e 112 del Centro. In regioni come la Calabria la Sardegna , il Molise, la Campania e la Basilicata, l’indice di dotazione infrastrutturale è pari alla

metà della media nazionale.

E se si calcolano gli investimenti in costruzioni il nostro Mezzogiorno si posiziona all’ultimo posto in Europa .

 Le risorse destinate al settore ammontano a 20.473 milioni di euro contro i 20.805 di euro del 2001, anno che registra una controtendenza negativa dopo cinque anni di trend positivo.

Il dato si accentua nel Mezzogiorno per la cronica difficoltà che hanno le istituzioni meridionali a spendere i finanziamenti disponibili. Nel comparto delle costruzioni si sono registrati lo scorso anno 27.670 milioni di euro di residui passivi. Tutto ciò rischia di penalizzare pesantemente lo stesso processo di crescita delle imprese e del lavoro nel Sud.  Il sindacato porterà dentro la contrattazione gli obiettivi della trasparenza e della qualità per dare risposte concrete alla condizione materiale di vita nei cantieri, sviluppando l’esperienza della contrattazione d’anticipo, là dove la spinta della società democratica riuscisse a far decollare quel minimo di opere necessarie.

            La Fillea Cgil apre una nuova fase della contrattazione e vertenzialità nei confronti delle Regioni, delle Province e Comuni – conclude Martini – principali soggetti della committenza, per coinvolgere imprese ed istituzioni in un processo che si opponga alla destrutturazione del settore, sul terreno della qualità, unica vera risorsa da investire per lo sviluppo del Mezzogiorno.

 

 

 

OPERE INFRASTRUTTURALI  NEL SUD INSERITE NEL DPEF

 

IMPEGNI FINANZIARI NEL TRIENNIO 2002 – 2004

 

 

 

Previsioni di costo                    Previsioni di spesa         Parte mancante

 a carico del pubblico               nel triennio

 

 

40.131                                    8.194                                   -32637

 

 

 

 

 

 

(Importi in milioni di Euro)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Gioia Tauro 4 ottobre 2002