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COMUNICATO STAMPA
CONFERENZA NAZIONALE DELLE COSTRUZIONI
NEL MEZZOGIORNO
Parte da Campobasso la mobilitazione degli edili della Cgil nel Mezzogiorno
I motivi dell’ iniziativa Fillea Cgil
Il settore delle Costruzioni in Italia ha registrato negli ultimi anni una ripresa produttiva
e occupazionale: ma oggi questo vantaggio rischia di essere vanificato, perché il mercato non riesce ad avere una stabilità normativa e di programmazione.
La modifica legislativa sulle regole degli appalti pubblici ha bloccato un processo di qualificazione e rafforzamento del sistema di impresa, e le modifiche normative sulle procedure di fatto hanno prodotto un anno di fermo nell’avvio di opere già programmate.
E non basta. Il peggioramento dei conti economici del Paese non permette di reperire risorse finanziarie pubbliche e private per la realizzazione delle opere e per il prossimo anno si parla già di una stagnazione occupazionale nel settore.
E a subire i maggiori contraccolpi potrebbe essere proprio il Mezzogiorno dove all’incertezza delle risorse finanziarie disponibili si aggiunge anche una già nota debolezza territoriale: le ripercussioni sul fronte occupazionale potrebbero essere più gravi che altrove.
Per questo la Fillea Cgil sceglie di organizzare la Conferenza Nazionale delle Costruzioni proprio nel Mezzogiorno. Il sindacato mette al centro delle sue iniziative legate alle politiche di settore e a quelle contrattuali la specificità “Mezzogiorno” nella convinzione che sia possibile creare le condizioni per avere “Il Cantiere di Qualità” anche nelle aree meridionali.
La Conferenza si snoderà attraverso sei importanti iniziative che si terranno in diverse città del Mezzogiorno.
Lo sviluppo dei sistemi idrici e il lavoro nelle costruzioni
Conferenza Nazionale delle Costruzioni nel Mezzogiorno
Campobasso - sabato 28 settembre 2002
Ore 9.30 - Sala Convegni Roxy Hotel - Piazza Savoia 7
COMUNICATO STAMPA
CONFERENZA NAZIONALE DELLE COSTRUZIONI NEL MEZZOGIORNO
Lo
sviluppo dei sistemi idrici e il lavoro nelle costruzioni
E’ passata l’estate, nel Sud
l’emergenza idrica rimane
In Puglia le utenze domestiche più care d’Italia.
Nel Mezzogiorno condutture colabrodo: si perde il 58% dell’acqua disponibile
In Italia il 27% di acqua presente nei 325 km di condutture viene perduta: nel Sud questa percentuale sale al 58%. L’età media degli impianti di distribuzione nel nostro Paese è di 30 anni, quella dei servizi di fognatura è di 27 anni e quella dei servizi di depurazione è di 16 anni. Ma nel Sud si toccano punte anche molto più alte. E sono i pugliesi quelli che pagano le tariffe più care d’Italia. Il costo complessivo per gli interventi di manutenzione è di 40 miliardi di euro. E a fronte di 279 miliardi di mutui in vecchie lire erogati nel 2000, soltanto 63 sono stati attivate dalle regioni del Mezzogiorno. Sono queste le cifre dell’emergenza idrica in Italia, un’ emergenza che nel Mezzogiorno è diventata endemica.
A lanciare l’allarme è la Fillea Cgil che
a Campobasso ha aperto la Conferenza Nazionale delle Costruzioni nel Mezzogiorno.
Una Conferenza dedicata al lavoro
in edilizia nel Sud e che si snoderà in sei importanti appuntamenti su diversi
temi riguardanti il settore delle costruzioni.. Il primo appuntamento è dedicato
al problema delle risorse idriche.
Un settore quello idrico – afferma la ricerca della Fillea Cgil – che se sviluppato potrebbe dare lavoro a 30 mila lavoratori (molti dei quali nel Mezzogiorno), il triplo rispetto a quelli attuali che superano le 10 mila unità. Ma per raggiungere tale obiettivo è utile un accelerazione del processo che dovrebbe portare ad una riorganizzazione del sistema attuale.
Se in generale il settore dei servizi idrici mostra serie carenze, queste risultano particolarmente gravi in alcune aree del Paese: le regioni del Sud e le due Isole maggiori soffrono di gravi deficit infrastrutturali, di una rete acquedottistica e fognaria in pessime condizioni, nonché di una strutturale sottodotazione di impianti di depurazione.
Lo sviluppo dei sistemi idrici e il lavoro
nelle costruzioni
Tuttavia l’attenzione rivolta a queste regioni negli ultimi anni, è risultata particolarmente scarsa. Nel complesso al Sud si è speso meno che al Nord in opere infrastrutturali per il settore idrico: l’investimento pro capite ammonta a soli 350 euro contro una media nazionale di 429 euro. Particolarmente forte è il divario negli investimenti nella rete fognaria per la quale nel Mezzogiorno si sono spese quasi il 20% delle risorse in meno rispetto al Nord.
Gli investimenti maggiori per quanto riguarda i lavori pubblici eseguiti nel settore idrico del Mezzogiorno spettano alla Campania, ma se si considera l’investimento medio per abitante
a guidare la classifica è la Sardegna seguita dalla Basilicata e dal Molise.
“Serve – sostiene il Segretario generale della Fillea Cgil, Franco Martini - la piena attuazione della legge Galli del 94, legge purtroppo disattesa che prevedeva la costituzione di ambiti territoriali con gestori unici. Purtroppo dal ’94 ad oggi soltanto in pochi casi si è provveduto a definire questi gli ambiti territoriali (ATO).
Chiediamo – aggiunge Martini - che soggetti imprenditoriali qualificati siano messi nelle condizioni di realizzare le opere e gestirle: per gestione si intende il servizio e la manutenzione. Per questi motivi la Fillea Cgil richiede che la fase di assegnazione dei lavori e del servizio ricada sotto la legge 109. Il Paese – prosegue - ha la necessità di una mappatura idrica accompagnata da una ricerca delle perdite.”
La Legge Obiettivo da questo punto di
vista è carente, perché fa un elenco seppur esteso di opere, ma manca una logica
di sequenza che possa tenere insieme un metodo corretto in grado di rompere le
rigidità e le difficoltà incontrate fino
ad oggi. Le opere indicate nella legge Obiettivo per il Mezzogiorno sono 65 per
un ammontare di 4.641 milioni di euro di cui sono disponibili soltanto 128.
Quindi è evidente che c’è un problema di reperimento di risorse, ma anche la
mancanza di un metodo che rende utilizzabili quelli disponibili. Negli
ultimi 15 anni c’è stata una caduta degli investimenti con una riduzione del 70
per cento rispetto al passato. Con l’approvazione del Collegato alla Finanziaria
2002 – sostiene la Fillea Cgil - si potrebbe ipotizzare una accelerazione della
riforma dei servizi idrici, stimolando gli affidamenti ed aprendo il mercato con
il ricorso alle gare pubbliche. E’ assolutamente necessario – conclude la Fillea
Cgil – evitare la separazione tra la gestione della rete e la gestione del
servizio.
Lo sviluppo dei sistemi idrici e il lavoro
nelle costruzioni
LAVORI PUBBLICI ESEGUITI NEL SETTORE IDRICO NEGLI ULTIMI 15 ANNI
IL MEZZOGIORNO
Miliardi di lire
%
Investimento medio
per abitante in milioni
Abruzzo
1.397
2,9
1.096.6
Molise
449
0,9
1.359.2
Campania
3.896
8,2 673,4
Puglia
1.360
2,9 332,8
Basilicata
1.120
2,3
1.842,3
Calabria
1.397
2,9 673,7
Sicilia
2.815
5,9 551,8
Sardegna
3.105
6,5
1.867.4
ADDETTI PER REGIONI E PER SETTORE
MEZZOGIORNO
Acquedotto
Fognatura Addetti
ogni 10 mila abitanti
e depurazione
Abruzzo
250
400
5,1
Molise
106
123
7,0
Campania
965
310
2,2
Puglia
3.638
36
9,0
Basilicata
623
108
12,0
Calabria
398
364
3,7
Sicilia
1.422
221
3,2
Sardegna
258
235
3,0
Gestori di servizi
idrici per ripartizione territoriale
Lo sviluppo dei sistemi idrici e il lavoro
nelle costruzioni
SCHEDA
MOLISE
ADDETTI PER
SETTORE - MOLISE
Acquedotto Fognatura e depurazione Totale Addetti ogni 10 mila abitanti
106 123
229
7,0
GLI INVESTIMENTI NEI
PIANI STRALCIO* - IL MOLISE
Città Fabbisogno
totale
(Euro)
Isernia
56.087,219
Campobasso
180.812,831
* Si tratta di
provvedimenti dettati dalla necessità e urgenza di rispondere
ad
impegni comunitari,
recepiti dalla legislazione nazionale in materia
di
qualità delle acque di scarico
Ripartizione del prelievo idrico tra le diverse tipologie di usi - Molise
USO
%
|
Civile
19 Irriguo
48
Industriale
19 Energia
14 |
Totale
100 |