Roma, 7 Febbraio 2001

 

  Documenti inerenti l'elezione dei coordinamenti delle RSU di Gruppo nel settore del Cemento, e il Sistema Gestione Sicurezza (SGS) approvati dalle Commissioni Nazionali del Cemento riunitesi il 6 febbraio u.s.

Naturalmente, in data odierna, si è provveduto a trasmettere il suddetto materiale a tutti i Gruppi del Cemento, tramite Federmaco, così come convenuto in occasione degli incontri svolti con le varie Società in occasione dei rinnovi contrattuali di secondo livello.

 

 

                                             p. Le SEGRETERIE NAZIONALI

                            FENEAL UIL   -  FILCA CISL   -   FILLEA CGIL

                       (L.Sacchetti-P.Baroni-P.Acciai-L.Aprile - L.Cavallini)

 

Protocollo per la Elezione dei Coordinamenti Nazionali delle R. S.U. di Gruppo nel settore del Cemento                           Le Organizzazioni Sindacali nazionali promuovono, nelle aziende in cui la contrattazione decentrata avviene a livello di gruppo, la costituzione dei Coordinamenti Nazionali delle R.S.U. di FeNEAL-UIL, FILCA-CISL, FILLEA-CGIL.

 

     Il presente Regolamento è valido per il settore del Cemento, ma potrà costituire un riferimento anche per situazioni analoghe negli altri settori industriali.

 

COMPITI E FUNZIONI

 

             Il Coordinamento, definito e composto come dal presente Regolamento, esercita i ruoli e le prerogative che il CCNL attribuisce alle RSU per ciò che attiene la Contrattazione di secondo livello, a nome e per conto delle RSU rappresentate, fermo restando che titolari del mandato di rappresentanza dei lavoratori sono e rimangono le RSU, elette come da Accordo Confederale.

 

              Il Coordinamento ha compiti, unitamente con le OO.SS. nazionali e territoriali, di:

 

- definizione di scelte e orientamenti circa le politiche occupazionali,  industriali, ambientali e della sicurezza delle rispettive Aziende;

 

- indirizzo, proposta e orientamento della discussione relativamente alla definizione della Piattaforma rivendicativa, alla conduzione delle trattative, all’ipotesi conclusiva di accordo, nella Contrattazione di Gruppo;

 

- gestione, nei rapporti con le direzioni aziendali, delle materie specificatamente rinviate dal CCNL al confronto in sede di Gruppo;

 

 

- contributo alla elaborazione e definizione degli orientamenti sindacali circa le politiche nazionali, contrattuali e sindacali, riguardanti il settore del Cemento.

 

 

              Le OO. SS. si impegnano ad acquisire il parere del Coordinamento, prima di sottoporre alle assemblee dei lavoratori gli esiti delle trattative e le ipotesi di accordo.

 

 

 

 

ELEZIONE E COMPOSIZIONE

 

 

          Il Coordinamento delle R.S.U. di Gruppo è eletto dall’Assemblea Nazionale dei Delegati RSU, convocata appositamente dalle OO. SS. Nazionali. Fermo restando che tale assemblea potrà essere convocata dopo la conclusione della campagna  di elezione o rinnovo delle RSU del gruppo, la mancata o ritardata elezione delle RSU di una o più unità produttive, se minoritarie in termini di addetti, non costituirà ostacolo alla convocazione dell’Assemblea per la elezione del Coordinamento.

 

          Il Coordinamento dura in carica tre anni.

 

        Inizialmente, per una fase transitoria, le OO. SS. Nazionali potranno pattuire disposizioni diverse per ogni singolo gruppo, sulla base di opportune verifiche in merito alle elezioni delle singole RSU e ai tempi di rinnovo.

 

       Qualora almeno il 40% dei componenti il Coordinamento non risultasse più in possesso dei requisiti per farne parte, si procederà al rinnovo dell’intero Coordinamento.

      

      L’ elezione del Coordinamento avviene sulla base di una proposta che le OO. SS. Nazionali, sentite le strutture territoriali, avanzeranno tenendo conto della composizione,  e della necessaria rappresentanza territoriale, del numero complessivo delle RSU in carica.

 

        I Coordinamenti saranno così composti:

 

- Per le aziende con più di 20 Unità Produttive: il 20% delle RSU in carica;

 

- Per le aziende da 11 a 20 U. P.: il 30% delle RSU in carica;

 

- Per le aziende da 6 a 10 U. P.: il 40% delle RSU in carica;

 

- Per le aziende da 3 a 5 U. P.: il 50% delle RSU in carica;

 

- Nelle aziende di due U. P. il Coordinamento si intende costituito dalla totalità delle RSU in carica.

 

         Per Unità Produttiva è da intendersi ogni luogo di lavoro in cui sono elette od eleggibili delle RSU.

        

         Tra le Unità Produttive vanno conteggiate anche le sedi delle Aziende del Gruppo, aventi ragioni sociali diverse, ma che comunque siano interessate dalla Contrattazione di Gruppo.

 

 

CONVOCAZIONE E FUNZIONALITA’

 

 

         Il Coordinamento è convocato, con fax o lettera unitaria, con almeno dieci giorni di anticipo, dalle OO. SS. Nazionali , su ordini del giorno precisi, inerenti le materie di competenza.

 

       La convocazione del Coordinamento si renderà obbligatoria, comunque, allorquando lo richiedano,  per iscritto:

- il 75% dei componenti il Coordinamento

- il 50% delle RSU del Gruppo.

 

   

        Sarà cura delle OO. SS. nazionali dare tempestiva informazione a tutte le RSU del Gruppo, in merito all’attività e alle eventuali decisioni assunte.

 

         Le OO. SS., inoltre, daranno comunicazione alle rispettive Direzioni aziendali,  della avvenuta costituzione, e della composizione nominativa , dei vari Coordinamenti di Gruppo.  

    

         I componenti del Coordinamento usufruiranno, in relazione alla attività dello stesso, delle agibilità a  tal fine stabilite e normate dai Contratti Aziendali di Gruppo.

 

FeNEAL-UIL                         FILCA-CISL                         FILLEA-CGIL

 

DOCUMENTO PER LA REALIZZAZIONE DI UN PIANO DI  LAVORO MIRATO AL SISTEMA DI GESTIONE DELLA SICUREZZA (S.G.S.) E DELL'AMBIENTE ED ALL'UTILIZZO DEI COMBUSTIBILI ALTERNATIVI NEL SETTORE CEMENTO.

 

 

Premessa

 

La determinazione di più avanzate relazioni industriali sulla materia, anche per le innovazioni apportate dalla legislazione in vigore e sulla scorta delle norme contrattuali, impone alle parti di concertare una proposta operativa per garantire maggiori risultati nella prevenzione antinfortunistica e nella gestione dei problemi ambientali nel settore cemento.

 

I punti della presente proposta potranno quindi costituire uno articolato protocollo da stipulare con ogni singolo gruppo oppure potranno essere opportunamente inseriti nel testo dell'accordo di rinnovo dei contratti integrativi di gruppo.

 

Ogni tipo di intesa, deve comunque presupporre che i gruppi cementieri si dotino di precise responsabilità funzionali in merito alla sicurezza e ambiente. In particolare tali responsabilità dovranno essere previste con la costituzione di un "servizio sicurezza", a livello di gruppo, che risponda direttamente alla Direzione Generale o alla Presidenza, e l'effettiva presenza, a livello di singola unità produttiva, di un "coordinatore per la sicurezza e l'ambiente" investito delle responsabilità e competenze che la presente proposta richiedono.

 

Il "servizio sicurezza" garantirà il monitoraggio di quanto stabilito dalle intese e curerà la redazione dei dati a consuntivo e statistici. Tali dati, accompagnati da una relazione, verranno consegnati alle parti annualmente in uno apposito incontro.

 

Le parti, sentito il "servizio sicurezza", potranno avvalersi di tecnici esterni sia per garantire una consulenza specifica che per particolari esigenze imposte dall'applicazione delle intese. I costi, nel caso di utilizzo di tecnici esterni, saranno a carico delle aziende interessate.

Le parti convengono che una verifica sull'applicazione delle intese e sui risultati acquisiti verrà effettuata entro il 31.12.2002.

1.     OBIETTIVI

 

 

1.1 Definire il piano di sicurezza per l'esecuzione dei lavori di manutenzione

 

 

Il piano di sicurezza è il documento programmatico che realizza la politica della società in materie di tutela della salute e sicurezza dei lavoratori. Nel caso della cementeria, le fasi di lavoro che comportano rischi sono principalmente quelle connesse con gli interventi di manutenzione sugli impianti. Il piano pertanto conterrà:

 

¨      l'elenco e la descrizione degli interventi di manutenzione considerati a rischio;

¨      le procedure per l'esecuzione in sicurezza degli interventi di manutenzione a rischio;

¨      la struttura delle responsabilità relative all'applicazione delle procedure ed al loro aggiornamento;

¨      i programmi e le procedure per la formazione degli operatori.

 

 

 

1.2 Definire il programma delle manutenzioni periodiche e preventive

 

 

Esso riguarda tutti quei componenti e sistemi che rivestono particolare importanza ai fini della sicurezza del lavoro. Sono oggetto del programma sia i sistemi le cui verifiche periodiche sono obbligatorie per legge (es. "messe a terra"), sia i componenti il cui malfunzionamento espone a rischio (es. interblocchi su protezioni di organi pericolosi), sia quelle apparecchiature la cui manutenzione richiede la predisposizione di particolari misure di sicurezza.

 

 

 

1.3 Introdurre un sistema informatizzato di gestione delle manutenzioni

 

 

Esso permetterà di :

 

¨      razionalizzare e programmare gli interventi di manutenzione;

¨      raccogliere ed elaborare i dati sulle manutenzioni dei singoli componenti e sistemi;

¨      verificare i risultati in termini di aumento di efficienza e di sicurezza.

 

2.OGGETTO

 

 

Il progetto riguarda le attività di:

 

¨      squadre per i lavori meccanici (reparto officina meccanica);

¨      squadre per i lavori elettrici (reparto officina elettrica);

¨      squadre esterne;

¨      servizio di sicurezza;

¨      servizio di programmazione.

 

 

 

3. PROGRAMMA DI LAVORO

 

 

Il progetto si svilupperà per fasi successive che consentiranno di elevare progressivamente il livello della sicurezza degli  interventi di manutenzione fino a realizzare un vero e proprio "sistema di qualità" nella gestione aziendale della sicurezza.

 

 

¨      ricostruzione della situazione attuale del sistema di sicurezza aziendale;

¨      individuazione degli interventi a rischio;

¨      previsione e completamento delle procedure;

¨      definizione e soddisfacimento dei fabbisogni formativi degli operatori;

¨      esame del piano di sicurezza e sua applicazione;

¨      individuazione dei componenti e sistemi critici;

¨      definizione del programma delle manutenzioni periodiche e preventive;

¨      definizione del sistema informatizzato di gestione delle manutenzioni.

 

 

4. METODO DI LAVORO

 

 

Il progetto prevede il coinvolgimento dei responsabili aziendali e la partecipazione degli operatori per assicurare il consenso attivo.

 

 

 

5.ANDAMENTO DEL FENOMENO INFORTUNISTICO

 

Ogni iniziativa di prevenzione trova come condizione essenziale la conoscenza dell'andamento del fenomeno e lo studio dei fattori generazionali del rischio infortunistico.

 

Da qui la necessità di approfondire e pesare la conoscenza della realtà utilizzando gli strumenti informativi  esistenti in fabbrica come il registro infortuni ed il rapporto di infortunio, per descrivere l'evoluzione quali-quantitativa dello stesso.

 

Lo studio preposto sarà ovviamente di tipo retrospettivo e dovrà comprendere un periodo di osservazione di almeno un quinquennio. Dovranno essere prese in considerazione tutti gli infortuni occorsi e registrati nel registro infortuni. L'analisi dovrà essere basata sui seguenti dati, già oggi opportunamente codificati per l'elaborazione:

 

¨      data dell'infortunio;

¨      zona-reparto di accadimento;

¨      agente materiale;

¨      natura della lesione;

¨      giorni di assenza per infortunio;

¨      eventuale percentuale di invalidità permanente.

 

I dati consentiranno il calcolo di tutti gli indici infortunistici. I dati opportunamente disaggregati potranno fornire il "profilo di rischio" per ciascun reparto-zona di lavoro. Anche in questo studio sarà importante trovare una popolazione di riferimento. Si potrebbero individuare i dati INAIL Nazionali del settore minerali non metalliferi e, ancor meglio, ma è una ipotesi da verificare, i dati relativi ad altre cementerie nello stesso periodo di osservazione.

 

 

 

6. UTILIZZO DI COMBUSTIBILI ALTERNATIVI

 

 

6.1.Tipologie delle MPS utilizzabili in cementeria

 

 

Le normative esistenti spesso vanificano anche le semplici sperimentazioni in materia. Tuttavia, le esperienze internazionali devono spingere le parti ad operare sforzi congiunti finalizzati ad incrementare l'utilizzo di combustibili alternativi nelle cementerie.

 

L'incremento  dell'uso di combustibili alternativi risponde a due obiettivi  che le parti  devono condividere: la diminuzione  dei costi energetici  per le imprese  ed il contributo essenziale  del settore  alla smaltimento  sia degli RSU  (rifiuti solidi urbani) che degli RSA (rifiuti solidi assimilati).

 

Naturalmente,  ed è questo lo scopo  dell'inserimento di questo tema nel documento,  le parti dovranno concordare  intese e procedure per azzerare  ogni possibile problema in merito  alla sicurezza   e all'ambiente e garantire  sia gli addetti in cementeria  che le popolazioni esterne.

 

 

 

Le conoscenze fin qui note ci consentono, in via di principio, di considerare come "adeguatamente utilizzabili" in un cementificio tutti i combustibili alternativi aventi caratteristiche fisiche e potere calorifico tali da poter essere introdotti nel bruciatore primario del forno come combustibili ausiliari.

 

Ovviamente le parti,  sentiti  gli esperti sulla materia,  dovranno considerare tutte le restrizioni possibili  sia in ordine ad eventuali problemi tecnici  che per problemi  di sicurezza ed ambiente.

 

 

 

 

6.2 Aspetti da analizzare nelle intese e nelle procedure

 

 

¨      caratteristiche combustibili alternativi e loro compatibilità con il processo produttivo;

¨      modalità di arrivo in stabilimento;

¨      modalità di stoccaggio;

¨      modalità di utilizzo;

¨      aspetti ambientali e di sicurezza interni;

¨      aspetti ambientali esterni;

¨      formazione degli addetti.

 

 

6.3 Attenzioni particolari

 

 

Il particolare impatto provocato dall' eventuale utilizzo di combustibili alternativi, oltre a suggerire la codificazione di precise ed autonome regolamentazioni  sui punti suddetti, impone alle parti di promuovere congiuntamente e con l'ausilio di esperti,  utili processi informativi che coinvolgano non solo gli addetti della cementeria ma anche le popolazioni esterne.