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IN 10MILA CON LA CGIL AL PALALOTTOMATICA Sono giunti da tutta Italia, con pulman, treni, in auto, per sostenere le proposte della Cgil contro la crisi, illustrate ieri da Guglielmo Epifani al Palalottomatica di Roma. Sul palco anche Arben Hasani, della Fillea di Napoli.
- il video di rassegna sindacale (uscire dalla crisi ) - l'intervento di Guglielmo Epifani su Radio Articolo 1 (le proposte della CGIL per uscire dalla crisi intervento di chiusura di Gulgielmo Epifani) - le 6 proposte della CGIL per uscire dalla crisi
Roma 6 novembre 2008
ASSEMBLEA DEI QUADRI E DELEGATI CGIL Palalottomatica Eur . Roma 5 novembre 2008
Intervento di Arben Hasani, Fillea Cgil Napoli
Care compagne e cari compagni vi porto il saluto fraterno e caloroso della Fillea Cgil.
Quindici anni fa quando ho lasciato il mio paese in ricerca di una vita migliore per me e per la mia famiglia non avrei mai pensato di arrivare fin qui, e di avere questo grande cambiamento della mia vita, dedicandomi alla difesa dei diritti dei lavoratori immigranti e non. Questo è merito dei principi sani e dei grandi valori della nostra organizzazione, basata sulla solidarietà e sulla democrazia. Questo è merito della Fillea e della Cgil e per questo vi ringrazio di cuore. - 4 milioni di immigrati regolari in Italia pari a 6,7% della popolazione. Il contributo in termini di ricchezza nazionale prodotto dal lavoro degli stranieri è ormai pari al 9% del PIL. - 4 miliardi di tasse e quanto hanno versato alle casse dello Stato nel 2007 i 4 milioni di immigrati regolari. Una popolazione giovane che contribuisce nella crescita demografica del paese. - Il 22.3% ha meno di 18 anni, l’80% ha meno di 45 anni, persone che portano in Italia un patrimonio di culture, lingue e religioni oltre alla ricchezza economica ( dati di Metropoli ). Sono “ le seconde generazioni che affollano ormai le aule scolastiche per le quali l’avvenire non può essere nè uno statuto di cittadinanza di serie B, nè tanto meno le classi ghetto e i permessi di soggiorno a punti ipotizzati dai politici xenofobi di destra, bensì un processo di inclusione destinato dare linfa a un paese immobile”.
Davanti a queste cifre possiamo affermare che ormai siamo visibili, una forza reale che contribuisce costantemente alla crescita e allo sviluppo dell’economia paese, di cui non ci si può spaventare continuando a vedere negli immigrati il problema dei problemi. Gli immigrati sono, al contrario, la soluzione del problema per il futuro del paese. La crisi finanziaria che sta attraversando l’Italia e il mondo sta facendo verificare le prime conseguenze anche nel settore delle costruzioni. A Napoli sono sull’orlo del fallimento aziende leader nel settore da più di 60 anni, come “Castaldo “e “Lucci “. Questo anche perché gli enti appaltatori, il Comune e la regione per mancanza di soldi non pagano, creando cosi un disagio per le aziende. La crisi è iniziata prima con il taglio dei fondi per le infrastrutture in Mezzogiorno e continua tutt’ora con i tagli dei fondi per la scuola, la ricerca ecc… In tutto il paese aumentano le liste dei lavoratori che vanno in cassa di integrazione e in mobilità. Hanno cominciato alla larga i licenziamenti e i primi a subirli sono i lavoratori immigrati. Il governo non ha stanziato i soldi per coprire la cassa integrazione e mobilità e quindi c’è rischio di non avere soldi per questi ammortizzatori sociali, come già è stato annunciato dal grido d’allarme di Epifani. Questi sono solo alcuni aspetti di questa crisi del settore. Oltre alla crescita del disagio sociale ed economico a noi lavoratori immigranti preoccupa molto questo clima di razzismo e di xenofobia creato in tutta l’Italia, stimolato ancora di più dai provvedimenti e decreti xenofobi del governo : calpestando e delegittimando così i diritti civili. C’è una politica molto restrittiva del governo nei confronti degli immigrati che li mostra come capri espiatori del male che c’è in Italia, scaricando cosi tutta la tensione sociale sugli immigrati e creando così situazioni spiacevoli e vergognose come la vicenda di Ponticelli con l’incendio dei campi rom, la guerra tra i poveri a Castel Volturno con l’uccisione di 6 immigrati , l’uccisione del ragazzo di colore a Milano, le bombe molotov contro gli immigrati a Pianura, la reazione dei quartieri di Napoli che non li vuole nei loro quartieri. Con gli ultimi decreti questo Governo sta peggiorando l’assetto legislativo facendo cosi dell’Italia la pecora nera in Europa, come: · Pacchetto di sicurezza dove la irregolarità ormai viene considerato reato · Il decreto per il Ricongiungimento familiare e la pensione sociale, decreti che non aiutano l’inclusione, ma creano solo disagio ed emarginazione, dimostrando cosi che questo governo c’è l’ha proprio con gli immigrati e non con i delinquenti. In questa direzione la Cgil e tutti noi dobbiamo lavorare molto di più per cambiare questo clima, dobbiamo fare nostra questa battaglia culturale di educazione per la pace e per la convivenza multiculturale tramite le scuole, i delegati nei cantieri , nelle fabbriche, nelle scuole edili per costruire una società interculturale, dove ci si ha più rispetto per il diverso e per la cultura e la religione dell’altro. I problemi più preoccupanti per il mio settore, l’edilizia, che riguardano per la maggior parte i lavoratori migranti sono il caporalato, il lavoro nero e la sicurezza sul lavoro. La Fillea Cgil è stata sempre sensibile e attenta ai problemi che riguardano i lavoratori migranti (come d’altronde tutta la CGIL). Le attività contro il caporalato e lavoro nero nei cantieri e nelle piazze il sabato e la domenica, il sistema porta a porta nelle case degli immigrati, le assemblee di sabato sera o di domenica nei luoghi dove si radunano gli immigrati, hanno constatato per l’ennesima volta quanto è grave e penosa la situazione lavorativa, abitativa e sociale dei lavoratori immigrati. Le condizioni lavorative sono difficili e a rischio, e i primi a soffrirne e a morire sono gli immigrati Ebbene oggi, nel terzo millennio si muore a lavoro come 100 anni fa, e questo è vergognoso. Le condizioni abitative sono miserabile: da 5 a10 persone in una casa piccola e spesso anche in una sola stanza. Salario dal 20 al 30% più basso dei colleghi autoctoni. Il 70% dei lavoratori immigrati sempre al primo livello, rispetto al 30% dei colleghi italiani. Sono tante le ingiustizie che subiscono i lavoratori immigrati. Ad esempio, non vengono pagati per mesi e mesi, i datori di lavoro si appropriano degli assegni familiari e dei contributi di Cassa Edile costringendoli a firmare in cambio di un contratto di lavoro. Oggi questa situazione di ricatto è alimentata purtroppo anche dalla vigenza della legge Bossi-Fini che nutre le ingiustizie, che è antidemocratica nei confronti degli immigrati, dividendoli in categorie A e B, che li rende più deboli nei confronti dei loro datori di lavoro, costringendoli a subire di tutto, anche lo sfruttamento, in cambio del contratto di lavoro … che non a caso oggi si chiama contratto di soggiorno. Una legge razzista che al posto dell’inclusione promuove solo esclusione ed emarginazione, che al posto della legalità promuove l’illegalità ed il lavoro nero, che al posto della multiculturalità e interculturalità promuove odio e separazione tra le diverse culture. Come succede oggi con i rom a Ponticelli, il quartiere dove io vivo. Negli ultimi anni, la Cgil ha fatto molto in questa direzione. La sua sensibilità ormai è nota. Qui basta ricordare le proposte fatte per cambiare alcuni aspetti della legge Bossi-Fini. L’ estensione dell’articolo 18 anche per gli immigrati che denunciano un rapporto di lavoro nero, oppure un permesso di soggiorno per ricerca di lavoro. Tutte proposte che non sono state recepite negli ultimi decreti del governo. E ultimamente anche la proposta di Epifani per sospendere la Bossi Fini, come una delle vie d’uscita dalla crisi. La conquista della Fillea delle 16 ore di formazione nel contratto nazionale prima dell’inizio lavoro per i nuovi assunti che avrà sicuramente un effetto positivo sugli infortuni e la sicurezza sul lavoro Nei mesi a venire, bisogna che la Cgil, in accordo con gli altri sindacati Cisl e Uil, programmi interventi di lotta e mobilitazione per cambiamenti radicali o l’abrogazione totale di questa legge che condiziona la vita del circa 30% della forza lavoro in edilizia e il 10% degli iscritti CGIL.
Per finire, l’esperienza della Fillea e di qualche altra categoria come la Filcams, la Flai e la Fiom deve essere una sfida anche per le altre categorie della confederazione e Camere di lavoro, con l’augurio che negli anni a venire possiamo vedere più immigrati nei comitati direttivi, più immigrati come delegati RSU, RSL, più immigrati nella fase di contrattazione, più funzionari immigrati e perché no, anche come Segretari, come ha fatto la Fillea nazionale avendo inserito nella Segreteria nazionale un Segretario immigrato. |
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©grafica web michele di lucchio